mercoledì 15 ottobre 2014

NON SEMPRE CAMBIARE EQUIVALE A MIGLIORARE, MA PER MIGLIORARE BISOGNA CAMBIARE (Sir. Winston Churchill)



A un mese dai festeggiamenti del secondo anno di vita, il blog sente il bisogno di cambiare look.
Sta crescendo piano piano, ha cominciato a camminare, sta abbozzando le prime paroline...è giunta l'ora che passi dalla culla al lettino. 

A breve (brevissimo!) grandi rinnovamenti, anche per la sua "mamma"...

Vi tengo aggiornati!

Manu


"TE L'HO MAI DETTO CHE ADORO FARE COLAZIONE IN ALBERGO?"



L'altro giorno ho condiviso il pensiero proprio con un'amica: "te l'ho mai detto che adoro fare colazione in albergo?". 


Reduce dall'illuminante weekend riminese ripensavo alla grande boccata d'aria fresca che ti danno un paio di giornate di viaggio rispetto alla ordinaria routine. 

Sono stati giorni intensi, ma sono stati anche giorni in cui ho egoisticamente apprezzato la pace inedita e preziosa che ci si riesce a concedere quando ci si allontana da casa, da soli, per qualche notte. Se condividi lo stesso tetto con la famiglia (acquisita o originaria che sia), in occasioni come queste, ti ritrovi anche a godere di piccole e semplici circostanze, come un bagno a tua completa ed esclusiva disposizione o l'atmosfera di silenzio e tranquillità della camera.

Ma ancor più che questi piccoli "lussi domestici", una delle coccole in cui mi crogiolo maggiormente quando viaggio, è la colazione in albergo.

Sarà perché, sin da piccolina, ho vissuto con piacere il momento della colazione (mamma ricorda sempre, con un pizzico di orgoglio folcloristico, che non ho mai versato una goccia di latte fuori dalla tazza) o sarà perché svegliandomi abbastanza presto la mattina, negli hotel, non me ne sono mai persa una. 
Durante l'università dividevo l'appartamento con una coinquilina, che, ogni mattina, tra una cucchiaiata e l'altra di yogurt Yomo al caffè, ripeteva quanto la colazione fosse uno dei momenti preferiti della sua giornata.



In albergo adoro questo momento. Innanzitutto perché, diversamente dalla routine, mi faccio anche bella. Se a casa, davanti alla tazza di thè verde al bergamotto, il pigiama la fa da padrona; in albergo, complice la condivisione di spazi, dedico tempo piacevole a curare l'aspetto.
Non solo. Tra le tovaglie bianco candido della sala ti concedi il tuo momento di relax. Sì, anche se stai viaggiando per lavoro e sei stressatissimo e indaffaratissimo. Quello è il momento in cui ti accomodi al tavolo, da solo o in compagnia, ti dirigi verso il buffet e scegli come inizierà la tua giornata.



Chi è che non si sente coccolato a poter scegliere cosa mangiare quando si trova di fronte a tavolate di croissant, biscotti, pane tostato, torte, crostate, creme, marmellate, frutta, yogurt, cereali, salami, prosciutti, formaggi, uova e magari tradizionali prelibatezze locali?

Ti prendi tutto il tempo che ti serve (chissà perché, ma a casa, anche la domenica mattina, non ci riesci) e magari soddisfi il palato con il secondo giro al buffet. Sai che quando uscirai da li, inizierà la frenesia della giornata (anche la vacanza ha la sua frenesia), proprio per questo motivo quel momento diventa importante e appagante.
Gli albergatori, in quel momento, hanno in mano il nostro piacere


Devo dire che dal punto di vista del palato e del servizio mi sono sempre trovata bene, in tutti gli alberghi del mondo in cui ho soggiornato. Però, ora che ci penso, non mi è mai capitata una colazione particolarmente gustosa o eccezionalmente prelibata e originale, tale da ricordare quello che ho mangiato.
E voi? Ricordate una colazione che si sia distinta dalle altre in un albergo specifico di una città in particolare?


lunedì 13 ottobre 2014

LA MIA PRIMA VOLTA AL TBDI 2014



Ormai mancavano davvero pochi giorni all'inizio della fiera. Convinta di non essere tra i blogger confermati per la partecipazione, stavo già preparando la valigia per una quattro giorni a Istanbul. 
Arriva così, inaspettatamente, la conferma della mia candidatura al TBDI 2014. 
Che problema c'è? Anticipi le richieste di permesso al lavoro, togli qualche t-shirt e aggiungi qualche vestitino in valigia e il gioco è fatto.
Vuoi che una travel blogger si faccia spiazzare da repentini cambi dell'ultimo momento?! 
La mia prima volta alla famosissima fiera del turismo di Rimini. Anzi, la mia prima volta a una fiera, in veste diversa da quella di piluccatrice assidua di assaggini agli stand enogastronomici.
Struttura enorme. Mi sono sentita una formichina dispersa tra postazioni dal design ultra modaiolo e famelici venditori in giacca e cravatta o tacco a spillo.
Ogni volta che partecipo a questi eventi, così strutturalmente ben organizzati, mi ricordo di quanto sia stato inutile, per me, anche il corso di Orienteering alle scuole superiori. Giri innumerevoli all'interno dello stesso padiglione, alla ricerca delle coordinate degli stand. 
Giuro che quando viaggio sono meno spaesata. E poi, anche se fosse, vuoi mettere? È sempre l'occasione buona per chiedere informazioni alla gente del posto e arricchirsi di piacevoli incontri.
Tour di ricognizione e poi, i primi ritrovi con altri blogger. 
Il blogger in questi eventi lo distingui subito, non c'è bisogno del pass in bella vista.
- Telefono in mano o macchina fotografica al collo, per non perdersi nemmeno uno scatto degli attimi che gli rimarranno impressi.
- Very big bag per le donne o tracolla per gli uomini, per tutto quello che può tornare utile o indispensabile.
- Sorriso stampato in faccia appena incrocia lo sguardo altrui. Perché il blogger è social. Non nel senso della piattaforma digitale su cui scrive, ma nel senso dell'approccio. Vive di relazioni e di esperienze di cui arricchirsi e non vede l'ora di condividerle.
In questi tre giorni ho fatto incontri parecchio piacevoli, ho assistito a conferenze che non esagero a definire illuminanti e ho anche risposto per le rime a chi ancora crede che la quantità di zeri, nei numeri, faccia sempre la differenza.
Aspettative piacevolmente smentite per il Meet Your Blogger Day, il giorno dedicato agli incontri e ai confronti vis a vis tra operatori del settore e blogger. 
Non avevo riposto grande fiducia su questo appuntamento. Mi sono dovuta ricredere, anzi mi sono anche divertita. Sembrava di stare nel bel mezzo di un mix tra speed date, gioco delle sedie e sessione di esami universitari.
Bilancio personalissimo? 
Bello questo TBDI, non ci siamo fatti mancare nulla. Nuove conoscenze, nuovi incontri, impensabili rimpatriate, maggiori consapevolezze, e esilaranti stranezze dal mondo: come Angie, canadese dai modo eleganti, venuta in Italia per imparare la tarantella di Avellino o Gemma, blogger catalana che, quando parla, usa intercalari toscani.
TTG, TBDI...Con tutti questi acronimi mi viene voglia di tornare per un attimo teenager e adeguarmi al lessico: TVB TBDI!