Quando dall’unione di due delle mie più grandi passioni (viaggiare e intervistare) nascono ricordi emozionanti di un’esperienza inedita, io non riesco a trattenere le penna, anzi la tastiera.
Raccogliere così tanta ricchezza di storie e racconti
da parte dei viareggini doc e non diffonderla, sarebbe davvero un crimine
contro i principi di progresso spirituale della società.
L’occasione è stata quella del Blogger Tour, organizzato
da Serena di Wishversilia, che mi ha
dato la possibilità di conoscere, anzi di vivere per tre giorni, Viareggio.
Quando tu approdi in questa modesta cittadina versiliese, dagli edifici in
stile liberty e per certi versi eclettico (ci sono case che abbracciano un mix
di stili contemporaneamente), dal lungo mare con i suoi storici bagni, dagli
importanti centri industriali e artigianali, non riesci a renderti conto di
quanto sia esplosiva e dirompente.
Perché l’anima di Viareggio sono le persone, chi ci è nato, chi ci è cresciuto,
chi ci è stato adottato.
All'interno della bottega della cartapesta |
Carro vincitore del Carnevale 2014, di Alessandro Avanzini |
Solo quando ti fermi ad ascoltare i racconti dei carristi impegnati tutto l’anno alla realizzazione delle opere d’arte che sfileranno al Carnevale, ti rendi conto che per le strade, tra i vicoli, sul lungo mare scorre una linfa vitale che non vede l’ora di esplodere.
I carri sono paragonati a dei veri e propri prototipi
di formula uno!
Immaginatevi un piccolo palazzo di 20 mt di altezza,
in grado di muoversi per opera di rigorosi progetti e controlli ingegneristici.
Un piccolo mondo che, grazie al lavoro di artisti e artigiani della carta
pesta, prende vita.
Nella Cittadella si respira aria di sfida,
competizione, provocazione, i visi dei carristi in gara trasudano passione e
tratti di astuzia.
Tributo a Freddy Mercury |
Il Carnevale a Viareggio, però, non è solo disfida, è anche tripudio dei Rioni. E’ l’allegria e la liberazione detonante di chi, per una volta l’anno, sveste i panni delle abitudini ed esprime tutta la sua voglia di osare ed esagerare. Ed eccoti avvolta tra i profumi, le maschere, i suoni, le luci, l’atmosfera del Carnevaldarsena.
Viva la frittura di pesce! |
Viareggio sono i ricordi d’infanzia del titolare del bagno più antico della città, che ritorna con la mente ai tempi in cui Mina, Gino Paoli, Fred Buscaglione, Vittorio Gassman amavano allietare i turisti con le loro performance.
Sono i
racconti degli aneddoti riguardanti gli amori
nati in riva al mare, tra i bagnanti.
Perché per
essere maestri d’accoglienza ci vuole innanzitutto anima e sentimento.
Le coccole del Bagno Nettuno |
Viareggio è il caciucco di pollo che diventa pretesto per conoscere i lati più casalinghi di Giacomo Puccini e delle sue serate di bagordi col club della Boheme.
E’ la denuncia sociale e la satira politica che esprimono i carri (a proposito di denuncia, sapevate che negli anni ’70 fu redatto un rapporto della CIA sul Carnevale di Viareggio?).
Sono le 16
ditte artigiane impiegate nell’evento, le 300 maschere per carro, le 400.000
persone che accorrono alla manifestazione, i 141 anni di tradizione, la Canzonetta in vernacolo che fa sballare le statistiche italiane, incoronando i
viareggini come il pubblico teatrale più attivo.
Burlamacco e Ondina, le maschere ufficiali viareggine |
E’
l’espressione umana delle grandi faccione dei personaggi raffigurati nei carri,
che durante la sfilata sembrano prendere vita e che, al termine, tornano in
letargo nei loro hangar con il viso commosso di chi non vorrebbe che tutto
finisse.
La stessa
espressione che aveva la sottoscritta sulla via del ritorno da questa
indimenticabile esperienza.
Il faccione di John Lennon a riposo nel suo hangar |