martedì 11 settembre 2012

ME MAMANS, MON PERES


E’ una notizia che ho dato stasera in diretta ma sulla quale, non so voi, ho ancora una serie di dubbi da chiarire perché se il titolo recita “Francia: le coppie gay potranno adottare”, la realtà però, proprio dal mero punto di vista pratico e burocratico, sembra ancora essere poco definita.
Si parla di progetto di legge che equiparerà le adozioni da parte degli omosessuali a quelle delle coppie etero, dunque applicazione delle medesime disposizioni previste per matrimonio, filiazione e genitorialità ad esclusione però di quelle riguardanti la procreazione assistita.
Nonostante il tono “vincente” del titolo, dicevo, il traguardo non è proprio dietro l’angolo, perché si tratta di un progetto che, manco a dirlo, appena pubblicato è diventato il bersaglio degli attacchi della destra e del mondo cattolico. Qualche esponente del parlamento d’Oltralpe propone un referendum sulla questione perché la ritiene “tema pesante per le sue conseguenze nella società”.
Di quali conseguenze stiamo parlando? Lo chiedo senza alcun tono critico o provocatorio e soprattutto senza alcun partito preso, ma con la sincera voglia di sentire punti di vista che potrebbero arricchire il mio pensiero.
Una delle obiezioni maggiormente addotte dagli inamovibili contrari è “Sì, ma vuoi mettere la presenza di una figura femminile e di una maschile? Per una bambina la presenza della mamma è indispensabile, come quella del papà per il figlio maschio”. Penso che sia più un luogo comune che altro. Personamente, la presenza di mia madre è stata fondamentale, quindi dovrei sposare questo modo di ragionare; ma penso a tutte quelle ragazze che non hanno avuto la fortuna di avere una mamma come la mia, presente, disponibile, discreta, sensibile, accogliente, confortante; penso a tutte quelle ragazze che per affrontare quei famosi “discorsi da donna” (perché normalmente è questo di cui ci si preoccupa, no? della fase adolescenziale…) si sono rivolte ad altre persone, ad altri punti di riferimento che non fossero la propria madre perché magari non ce l’hanno proprio avuta o perché pur avendocela non c’è mai stata. E quanti ragazzini sono cresciuti senza la presenza fisica e morale di un papà pur risultando all’anagrafe loro figli?
A dirla tutta esistono svariate, attendibili e accreditate ricerche scientifiche e psicologiche sul tema, ma, dato che voglio semplicemente condividere un mio pensiero non starò qui a cercare di avvalorarlo, ma solo a tentare di esprimerlo.
Che non mi si venga a dire che il bimbo allevato da una coppia gay cresce inevitabilmente con l’orientamento sessuale vincolato! Al contrario, credo che la maggiore libertà di espressione dei propri sentimenti porti ad una “scelta” più serena e naturale delle proprie tendenze.
Potrei stare qui ad elencare molti altri punti oggetto di innumerevoli discussioni sul tema “adozioni da parte di coppie omosessuali”, dall’atto egoistico dei genitori (perché?! spesse volte quello delle coppie etero non è un atto egoistico?!), alla difficoltà del bambino ad integrarsi nella società…il tema meriterebbe ben altro che un post! Ma vorrei semplicemente dar termine a questi accenni condividendo la seguente riflessione:
Ci rendiamo conto di quanti bambini avrebbero BISOGNO di essere adottati? Quanti bambini potrebbero sopravvivere, crescere meglio, sognare un futuro se adottati? Ben vengano per le coppie tutte le selezioni, i controlli e le prevenzioni del caso, ma vengano!
Allarghiamolo questo bacino di papabili adottanti e poi valutiamo singolarmente se è il caso di concedere l’adozione oppure no, ma ampliamo le possibilità.

Art. 3 della Costituzione:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

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