martedì 25 settembre 2012

LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE OPPURE NO?



Si chiama STTS ed è l’acronimo di “Syndicat des travailleuses et travailleurs du sexe”, a parole nostre: il sindacato delle prostitute. La sua città natale è Ginevra e la sua rappresentante si chiama Carla Corso.
Ne sono venuta a conoscenza perchè stasera in onda ho letto una notizia che riguardava proprio il sindacato, il quale in questi giorni scende in campo contro studentesse e casalinghe perchè, a quanto pare, quest’ultime s’improvvisano esperte del mestiere più antico del mondo e sottraggono mercato alle vere professioniste del settore.
Sono stati rilevati dei dati che la dicono lunga sulla preoccupazione delle squillo:

- 30% è la percentuale di giovani universitarie e di casalinghe attualmente dedite a questa attività lavorativa “supplementare”
- 50 euro è la media della tariffa da loro richiesta per rapporto completo
- 5 euro è la tariffa a cui alcune sono disposte ad arrivare garantendo anche in questo caso amplesso onnicomprensivo.

Il tracollo dei prezzi è conseguenza anche delle modalità semplici e spicciole con cui le inesperte del settore si affacciano al mestiere. Il web offre diverse soluzioni low cost e direi anche low profile, prime fra tutte le webcam.
Non solo. Spesso i luoghi d’incontro sono il proprio domicilio o alberghi e pensioni di periferia.

Insomma il sindacato intende battersi contro questo neonato fenomeno di concorrenza sleale.
La manifestazione dà lo spunto per riaprire per l’ennesima volta il dibattito: Che dite, sarà ora che si pensi anche da noi a legalizzare sto benedetto mestiere più antico del mondo?!

-       Più tutela alle prostitute dal punto di vista della salute e della sicurezza personale,
-       meno sfruttamento e racket,
-       tasse dell’Erario rimpinguate,
-       tutela della libertà e della privacy dei clienti

Bastano come motivi per pensare ad una regolamentazione della materia?

In Germania, leader attuale della traballante economia europea una disciplina esiste dal 2002.
Solo una cosa non mi convince della protesta delle squillo, la contrarietà all’utilizzo di domicilio privato o pensioni per lo svolgimento della prestazione…Ben venga la tutela del libero esercizio dell’impresa, ma che si garantisca un servizio democratico!





Nessun commento:

Posta un commento