Pubblico di frequente post
riguardanti cantanti in occasione della data del loro compleanno e non posso
esimermi dal farlo per una delle cantanti degli ultimi tempi che proprio negli
ultimi tempi ho apprezzato di più.
Amy Winehouse. Ragazza londinese
dall’animo fragile. Genio impeccabile che ha scosso il mondo musicale nel
profondo.
Nasce il 14 settembre del 1983 a
South Gate, North London, ultima di due figli Amy ha scoperto molto presto di
essere un’artista. Ha frequentato la Sylvia Young Theatre School e poi la
prestigiosa Brit School.
Ha ricevuto la sua prima chitarra a
13 anni e ha iniziato a scrivere musica un anno dopo.
Nel 2003 esce il suo primo album
“Frank” il nome del suo idolo Sinatra, ma anche un messaggio “frank”, sincero,
franco. La critica la acclama.
Tutto ciò che accade nella vita dà
ad Amy ispirazione, ma la cosa che le interessa di più è il rapporto tra due
persone e “…quanto questo rapporto a volte possa incasinarsi quando altre cose
entrano nell’equazione” spiega lei stessa.
Canta da londinese su suoni
americani Amy, si nutre di jazz, per lei non esiste altra musica a parte
l’hip-hop.
Nel 2006 arriva Back to Black, la
sua voce raggiunge l’anima e i numeri parlano: 2° nella Billboard Hot 100 per
78 settimane.
Nonostante il tenore della sua vita
adoro questa donna. Poetessa moderna, coraggiosa paladina dei sentimenti,
rappresentante senza filtri dell’amore al femminile.
Racconta Amy, “non ho mai pensato
che la mia voce fosse speciale o diversa…Non ho mai voluto fare la cantate lo
ero e basta avrei voluto fare la giornalista o qualcosa di simile…cantare non
mi sembrava niente di speciale”
Tony Bennet disse di lei: ci sono Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Amy
Winehouse. Poi le altre.
Buon compleanno Amy.
Love is a losing game, uno dei pezzi che credo la rappresenti di più.
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